Grooming

Definisci

Molestie sessuali perpetrate da un adulto che si spaccia per giovane al fine di ingannare un ragazzo o una ragazza di età inferiore ai 16 anni attraverso i social network o i videogiochi online.

Il grooming viola il diritto alla privacy, all’immagine, alla libertà, all’intimità sessuale e alla sicurezza.

Identifica

Profilo personale del social network impostato in modalità pubblica
Mancanza di giudizio quando si accettano richieste di amicizia sia sui social network che nei giochi online.
Tendenza ad accettare persone sconosciute tra gli amici online
Tendenza ad essere troppo sicuri o inconsapevoli del rischio reale di profili falsi
Tendenza a mostrare un atteggiamento particolarmente irascibile, preoccupato o timoroso

Agisci

Un gioco roll-play in cui due giocatori fingono di avere una conversazione tramite Instagram. Un cartone viene posto in mezzo alle due persone, come lo schermo di un computer, in modo che le due persone non possano vedersi.

Alla persona A, senza che la persona B se ne accorga, vengono dati degli oggetti di travestimento per farla sembrare una persona anziana (occhiali, baffi, ecc.).

Viene detto loro di avere una conversazione casuale e, quando finiscono, viene chiesto a entrambi con chi hanno parlato.

A quel punto, il cartone (schermo) tra i due viene rimosso e la persona B scopre che non stavano parlando con la persona con cui pensavano di parlare perché la persona A è una persona più anziana e completamente diversa da quella con cui pensavano di parlare a.

Questo roll-play porterà a un momento di riflessione di gruppo sulla toelettatura.

Si consiglia di isolare le persone A e B prima di iniziare, per spiegare al resto del gruppo che non è consentito ridere o fare commenti durante il roll-play, in modo da non rivelare prima del tempo cosa sta succedendo.

Le attività e la tipologia di materiale da utilizzare devono essere calibrate sull’età dei partecipanti.

I ragazzi si siedono in cerchio e l’adulto chiede loro cosa sanno sul grooming. L’adulto dà una definizione, spiega in cosa consiste, in quali circostanze può accadere e i meccanismi che si innescano. Chiunque abbia storie simili nella propria vita, o su persone che conosce direttamente, può condividerle con il resto del gruppo, se lo desidera. Infine, il gruppo può guardare un video di esempio.

Si raccontano storie vere su questo problema. Si possono proporre tante cose: filmati, video di interviste o articoli di giornale da leggere insieme. Poi le esperienze vengono commentate insieme stimolando i ragazzi con domande, andando quindi a lavorare soprattutto sulla dimensione empatica. L’adulto chiede loro cosa pensano possano provare le vittime nella storia, perché si comportano in un certo modo e cosa farebbero al loro posto. Il gruppo riflette insieme sulle cause che portano alcuni giovani a rifugiarsi nel mondo virtuale. Con i più piccoli, le carte che rappresentano le emoticon o le espressioni facciali possono essere utilizzate per indicare l’emozione che si percepisce.

Mostra immagini, schermate di possibili conversazioni e messaggi su un dispositivo e lascia che i bambini identifichino quali ritengono innocui e quali potenzialmente pericolosi. Il gruppo guarda insieme il risultato finale e indica quali sono i campanelli d’allarme, evidenziando alcune frasi tipiche che devono mettere in guardia chi legge.

Fornire schede illustrative relative ai disegni che mostrino tutte le possibilità per prevenire una situazione rischiosa o per chiedere aiuto se ci si trova in una situazione pericolosa.

Nelle schede possono essere riportate le seguenti modalità:

 

  • Chiedere ai genitori di assicurarsi che attivino i controlli parentali e gli antivirus aggiornati sui diversi dispositivi utilizzati dai bambini;
  • Come bloccare una persona in una chat, come eliminare la conversazione, come non essere tracciati tramite cambi di account, profili, ecc;
  • Indicare le persone con cui parlare e con cui contattare: genitori, amici, insegnanti di scuola, figure di riferimento adulti;
  • Indicare luoghi protetti per parlarne, come centri di consulenza, banchi di ascolto se i bambini non hanno voglia di rivolgersi a persone in confidenza;
  • Indicare canali di comunicazione alternativi se non hanno voglia di esporsi, come numeri verdi, siti protetti con chat di ascolto e accoglienza che diano supporto.



Ognuno scrive su carta quale consiglio darebbe a un amico che potrebbe trovarsi in quella situazione. Raccogliere tutte le schede e poi leggerle insieme e commentarle, invitare i bambini ad esprimere le proprie opinioni chiedendo perché un consiglio può essere buono o meno, privilegiando diversi punti di vista. Scegli quelli più adatti, uniscili tutti insieme e incollali su un cartellone o riscrivili su un unico foglio.

Dare appunti ai bambini con comportamenti corretti e scorretti da tenere, devono inserirli in una colonna del cartellone, sulla colonna Sì o No, decidendo se è un comportamento sicuro o meno. Commentate insieme perché hanno scelto una colonna o l’altra, chiedete al gruppo se sono d’accordo e infine spiegate perché la scelta dei ragazzi è stata corretta o meno.

I bambini vengono divisi in piccoli gruppi per progettare un powerpoint o un mini sito web, dove possono raccogliere ciò che hanno imparato; ogni gruppo può occuparsi di una parte specifica e poi si unisce al lavoro ottenendo un elaborato finale. In questo modo, da semplici ascoltatori possono diventare essi stessi promotori di conoscenze sull’argomento, su misura per i loro coetanei. Con un linguaggio semplice e accessibile alla loro età, possono riproporre ciò che hanno assimilato ai loro compagni, riportando buone norme, consigli, indicazioni e spiegazioni sull’argomento. Questi lavori possono poi essere diffusi dai ragazzi e portati nelle loro classi, proposti per i siti delle scuole o dei luoghi che frequentano, come quelli sportivi o altri luoghi di aggregazione.